CAPITOLO QUARTO

EZIOLOGIA E PATOGENESI

I fattori eziologici del carcinoma mammario sono in gran parte sconosciuti.

Le grandi differenze internazionali di incidenza e la loro evoluzione nel tempo, in particolare l’incremento che si registra nei soggetti che migrano da zone a bassa incidenza a zone ad alta incidenza, suggeriscono l’esistenza di fattori eziologici ambientali e quindi, come tali, potenzialmente prevenibili.

I fattori di rischio possono essere raggruppati in:

a) Fattori genetici.

E’ noto da tempo che la presenza di un familiare di I grado ammalato di carcinoma della mammella comporti un rischio di sviluppare la malattia circa doppio rispetto alla popolazione generale.

Il rischio aumenta ancora di più in presenza di due familiari di I grado ammalatisi entro i 45 anni di età.

b) Fattori riproduttivi.

Si annoverano:

- l’età della prima gravidanza ( il rischio aumenta se la prima gravidanza avviene dopo i 30 anni );

- numero di gravidanze a termine;

- le interruzioni di gravidanza;

- l’allattamento.

c) Fattori ormonali.

Gli ormoni sessuali giocano un ruolo importante nello sviluppo e nella progressione del carcinoma mammario.

d) Fattori ambientali.

Da studi fatti si ha la constatazione come i tassi di incidenza del cancro mammario negli USA ed in altri Paesi Occidentali siano stati da 4 a 7 volte maggiori che nei Paesi non occidentali.

Rientrano tra i fattori ambientali anche le radiazioni ionizzanti usate nei protocolli di radioterapia (linfoma di Hodgkin).

Va sottolineato l’effetto cancerogeno delle radiazioni ionizzanti che è direttamente legato non solo alla dose cumulativa, ma anche all’età in cui ci si espone: l’effetto è massimo prima dei 20 anni, diminuisce progressivamente tra i 20 e i 40, per poi diventare quasi trascurabile.

Lo screening mammografico utilizza basse dosi di radiazioni per cui quest’indagine non è connessa all’aumento del rischio di neoplasia.

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